martedì 9 novembre 2010

21-12- 2012 La fine del mondo?



Numerosi sono i film, i libri, i romanzi , e anche le catastrofi naturali attribuiti a questa data.
Infatti secondo il calendario maya , sarà proprio il 21 dicembre 2012 la fine del mondo.
La loro numerazione dei giorni.
Il titolo del nostro articolo è anche il titolo di un famoso libro di Roberto Giacobbo, noto conduttore del programma televisivo VOYAGER.
I maya, come altre culture mesoamericane, misuravano il tempo utilizzando un sistema di tre calendari. I giorni erano organizzati attraverso un calendario religioso rituale della durata di 260 giorni, suddiviso in periodi temporali di 13 giorni e utilizzato prevalentemente a scopo divinatorio, e un calendario solare di 365 giorni ,suddiviso in 18 mesi di 20 giorni ciascuno. I maya non misuravano gli anni, tuttavia le date di questi due calendari erano combinate tra loro per dare luogo a cicli di 18.980 giorni (cioè 52 anni) per un totale di 52 cicli diversi ricorrenti. Un ulteriore calendario, il cosiddetto Lungo computo, calcolava, invece, il tempo trascorso dalla data della creazione del mondo secondo la mitologia maya l’ 11 agosto 3114 a.C.). Questo calendario, a differenza dei precedenti, era progressivo e suddivideva il tempo in cicli non ricorrenti (b'ak'tun) della durata di 144.000 giorni, suddivisi a loro volta, su base vigesimale, in 4 ulteriori sottocicli. Il 20 dicembre 2012 terminerà il 13º b'ak'tun (12.19.19.17.19 nella notazione originale del calendario) a cui farà seguito, il giorno successivo, il 14º b'ak'tun (13.0.0.0.0).
Nel corso dei millenni non solo i maya attribuirono la data del 21 dicembre 2012 alla fine del mondo e della vita; infatti il profeta malachia vissuto tra il 1094 al 1148 scrisse un libro “ Prophetia de Summis Pontificibus”nel quale evrebbe descritto in modo figurato, tramite un aforisma i 111 o 112 futuri papi da papa celstino II , fino alla fine dei tempi.
Non tutti i "motti" hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare nello scorso secolo sono stati avanzati dubbi riguardo la precisione dei motti anteriori al 1600 e la minore precisione di quelli successivi gli ultimi papi dei tempi . Secondo alcune interpretazioni papa Benedetto XVI sarebbe il penultimo.
Ecco alcuni esempi:
Papa Pio XII
Il 106º papa della profezia, identificato con papa Pio XII, reca il motto Pastor angelicus. Il cognome di Pio XII è Pacelli che, come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire "Pace del Cielo" (Pax caeli) e viene collegato al motto. Già in vita fu soprannominato Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cine-documentario, in cui recitò nel ruolo di se stesso, con questo titolo.
Papa Giovanni XXIII
Il 107º papa, identificato con papa Giovanni XXIII, è indicato come Pastor et nauta (pastore e marinaio). Il pontefice, in quanto tale, è pastore di anime. Roncalli proveniva della sede episcopale di Venezia, una delle Repubbliche Marinare, di cui fu patriarca. Inoltre era di umili origini.
Papa Paolo VI
Il 108º papa, identificato con papa Paolo VI, viene descritto come Flos florum (fiore dei fiori, che tradizionalmente indica il giglio). Lo stemma papale di Paolo VI riporta tre gigli.
Papa Giovanni Paolo I
Il 109º papa, identificato con papa Giovanni Paolo I, è indicato come De medietate Lunae o De media aetate Lunae, cioè "il periodo medio di una luna", di circa un mese. Il papato di Giovanni Paolo I durò circa un mese, a causa dell'improvvisa e oscura morte.
Papa Giovanni Paolo II
reca il motto De labore Solis. Una spiegazione può essere la seguente: gli antichi ritenevano che il momento in cui sorgeva il sole fosse un termine per indicare l'Oriente, dove nasce il sole. Nel 1978, dopo quasi cinquecento anni, viene eletto un papa non italiano, proveniente dalla Polonia, cioè dall'Oriente. In latino "labor", letteralmente "fatica, lavoro", significa anche "eclisse". Giovanni Paolo, nacque proprio il giorno di una eclissi solare parziale. Nel giorno del suo funerale è avvenuta un'eclissi solare ibrida, anch'essa però non visibile da Roma.
Papa Benedetto XVI
Il 111º papa, identificato con papa Benedetto XVI, è descritto come De gloria olivae. Il motto De gloria olivae è stato collegato al nome "Benedetto" perché alcuni benedettini sono anche chiamati "monaci olivetani". Da notare che nell'araldo del Papa è raffigurata un persona di colore sul lato sinistro (rispetto visione) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il termine "olivae" è stato collegato al colore di questo viso di moro. Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell'ordine degli Olivetani. Interpreti calligrafici che hanno visionato i documenti originali sostengono che si può leggere De gloria divae, fondendo "ol" in "d".

Dopo l’allegoria riferita a papa Ratzinger , c’è un’ allegoria che gli studiosi hanno attribuito a Pietro il romano:
In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.
Traduzione: Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen.

Molti tra grandi e piccoli aspettano ansiosamente quella tanto attesa data, secondo la quale il mondo cesserà di esistere.

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