La pedofilia è un crimine che uccide i bambini ma che spesso si consuma nell’indifferenza generale. E' questa la forte denuncia lanciata da don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter, che da oltre 20 anni si batte in prima linea a favore della tutela dell'infanzia e contro la pedofilia, la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale. Un impegno, quello dell'associazione Meter portato avanti, non solo in maniera repressiva ma anche preventiva ed educativa, in Italia con 15 sportelli e 300 operatori a tutela dell’infanzia e a livello globale attraverso il monitoraggio costante della Rete e la collaborazione con le Forze di polizia.Un crimine sì, la pedofilia, ma anche una macchina macinasoldi, con una propria gadgettistica, che tocca cifre da capogiro per oltre 13 miliardi di euro l'anno e per un totale di più di 200.000 minori coinvolti e abusati, tra cui sempre più spesso bimbi da pochi giorni a due anni.Eppure, sottolinea don Di Noto, gran parte dell'informazione si scandalizza solo per i preti pedofili ma non per il fenomeno in sé di ben più vaste proporzioni.Don Fortunato Di Noto: "La cosa più impressionante è che si sia parlato di pedofilia del clero ma non si sia parlato ad esempio della pedofilia come fenomeno mondiale. E il fenomeno mondiale degli abusi sessuali è sotto gli occhi di tutti. Quello che mi impressiona e quello che in fondo fa la differenza è che i quotidiani, probabilmente molto indirizzati dalle lobby della comunicazione, hanno voluto parlare di più di questo che non parlare della gravità della pedocriminalità, della gravità dello sfruttamento sessuale dei bambini, della gravità del turismo sessuale sui bambini, della gravità della vendita dei bambini e della gravità dello stupro sui bambini. Questa è la dimostrazione visibile e plateale di come certa stampa, mossa da certi tipi di lobby di pensiero, comunichi a volte notizie false, non verificabili, o anche strumentali".Per il fondatore di Meter, un fatto che deve far appello a una maggiore responsabilità e attenzione da parte dei genitori è anche la crescente diffusione della pedofilia sui principali social network.Don Fortunato Di Noto: "La domanda è perché in Italia ci sono 180 mila minori al di sotto dei 13 anni che senza autorizzazione sono iscritti su Facebook? E quindi significa che ci sono 180 mila famiglie che non controllano l'operato di questi bambini. […] Perché mettere in mano un grande strumento di comunicazione quale Internet, soprattutto in mano ai bambini, deve imporre da una parte il concetto di sicurezza, che è una sicurezza non solo di tipo informatico ma anche educativo, e dall'altra deve incidere anche nelle grandi società di comunicazione, che dovrebbero investire molto di più sui filtri e su percorsi educativi in grado di arrivare ai bambini".Quindi l'interrogativo da porsi è come riuscire a tramutare Internet in uno strumento efficace per la comunicazione del Vangelo anche ai bambini "nati digitali".Don Fortunato Di Noto: "In fondo dobbiamo ripercorrere ancora una volta un linguaggio nuovo per arrivare ai bambini. E allora io mi chiedo: i bambini mentre stiamo parlando stanno navigando, stanno utilizzando la Rete... come fare arrivare il messaggio di Gesù a quei bambini che navigano la Rete e sono su Facebook?".
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